La sartoria di OneOff CONCEPTlab è diventata accogliete, nel vero e proprio senso della parola.
A-ccogliere: cogliere, prendere a sé e con sé.
La grande porta per entrare è la principale fonte di luce che bacia ogni piccolo angolo del laboratorio, ogni ago, ogni spagnoletta, ogni singolo pezzo di stoffa, ma anche ogni persona, ogni storia, ogni speranza e sogno, ogni problema che, appena varcata la soglia d’ingresso, tra una battuta e l’altra, si ammorbidisce un poco. Ci si ride sopra, così fa meno paura ed è meno pesante.
Da un po’ di tempo accogliamo anche quelli che, comunemente, siamo tutti abituati a chiamare “vestiti vecchi”. Che poi magari così vecchi non lo sono affatto, ma che chiamiamo così per giustificare il fatto che, per un motivo o per un altro, non li indossiamo più. Troppo stretti, troppo larghi, troppo lunghi, troppo fuori moda. Scarti depositati in armadi strapieni e stracolmi in cui possono tranquillamente far muffa.
La gonna che abbiamo indossato durante il nostro primo
appuntamento con il nostro primo amore, il giubbotto che ci ha riparati dal
freddo mentre aspettavamo con impazienza e ansia il treno che ci avrebbe
portato in un’altra città, la camicetta prestataci (e mai restituita) da
quell’amica con cui abbiamo perso i contatti da tempo ma che ricordiamo con
affetto e, poi, semplicemente, quella felpa colorata e particolare che abbiamo
comprato perché ci piaceva tanto ma che adesso, forse perché ci sentiamo
“troppo grandi” per indossare certe cose o forse perché avevamo qualche taglia
in meno, non usiamo più.
Da una parte capi non più adatti a noi, ai nostri nuovi
gusti, alla nostra età, al nostro corpo che cambia; d’altra, però, indumenti
che hanno avuto una vita, sono stati silenziosi spettatori di momenti
importanti, diventandone unici custodi, finendo per raccontare, con la loro
storia, un pezzo della nostra.
E allora, che fare? Buttarli, facendo spazio nell’armadio a
quello che per noi può essere nuovo e più utile, oppure conservarli come sono
continuando a nasconderli e stropicciarli?
Buffo pensare che, a volte, anche gli oggetti debbano reinventarsi, come le persone.
Ed è questa la parte difficile: riscoprire la bellezza segretamente
custodita in quello che crediamo non vada più bene, lavorando perché siano di
nuovo a “nostra misura” o restituendogli la possibilità e l’occasione di avere
un aspetto e un uso diverso. Dargli, insomma, una seconda occasione e, forse,
anche una nuova identità.
Ed è proprio questo, tra una giacca riparata e un vecchio jeans trasformato in una bellissima e originalissima borsa, che fanno le sarte di OneOff CONCEPTlab. Proprio loro che per prime stanno sperimentando la bellezza del riscoprirsi, di darsi una seconda possibilità, di provare qualcosa di nuovo che gli consenta di godere, diventandone quindi principali fruitici, delle loro capacità, delle loro competenze, di ciò che a loro piace fare, dei loro talenti, rinnovandosi pur rimanendo sempre le stesse.
Proprio questa è la complicata ma appagante e segreta arte di cui si sta appropriando OneOff CONCEPTlab.
E, vi assicuro, fa più luce questo che quell’unica porta
d’ingresso.