DONNE E LAVORO: NIENTE, NON È CAMBIATO POI MOLTO?

Niente, non è cambiato poi molto? È la domanda che ci poniamo comparando, dati alla mano, quanto riportato nel Rapporto SVIMEZ dell’anno scorso con quello di quest’anno in merito al mondo del lavoro femminile al sud. La situazione occupazionale, specie per le donne siciliane, soffre un gap, un vuoto, un malessere cronico rispetto al quale mancano o non si vogliono individuare valide soluzioni.

Qualcosa comunque si muove, anche alle nostre latitudini. Si tratta di piccoli ma importanti passi che segnano, però, un cambio di rotta. Dinamiche e realtà sociali si muovono sul territorio siciliano: si pensi alla Fondazione di Comunità di Messina, con i suoi progetti educativi e di inclusione su vari livelli o ai CRU Unipol che stanno mettendo in atto azioni per dare centralità nelle scelte politiche alla condizione di vita delle donne in tutte le sue dimensioni, economica, sociale, lavorativa e culturale.

Dal canto nostro, già lo scorso anno, proprio perché colpiti dai dati del Rapporto Svimez, abbiamo ribadito il nostro proposito di favorire e sviluppare iniziative per l’inclusione lavorativa delle donne. Da qualche settimana abbiamo riattivato il laboratorio di sartoria, nato lo scorso anno all’interno delle spesse mura di Forte Petrazza, che è stato oggetto di premi, riconoscimenti, articoli e progetti. Il laboratorio si inserisce tra le silenziose ma preziose risposte di un meridione che non si arrende, che crede, che lotta ancora per raggiungere un’effettiva e non più zoppicante inclusione sociale ed emancipazione delle persone e delle donne anche in campo lavorativo. Della delicata ed intricata situazione vissuta da moltissime donne qui nel sud Italia ne siamo sempre stati al corrente: abbiamo visto e toccato, in parte, toccato con le nostre mani quella specie di tenaglia che frena una più egualitaria crescita ed emancipazione lavorativa delle donne. Per questo, superata l’angosciante situazione Covid, ci siamo rimessi in moto, perché la crisi lavoro è sempre attuale, nel male di una crisi impiegatizia e d’investimento sulla forza lavoro femminile e nel bene di realtà nostrane che non si vogliono permettere di “fare spallucce”.

Il laboratorio sartoriale di Hic et Nunc APS, grazie all’aiuto e all’assistenza dalle abili mani di Melania Salpietro, esperta in moda e cucito, ha cominciato a realizzare i primi prodotti artigianali, come un simpatico portatabacco e la Green Bag; mentre con il supporto di Giulia D’Arrigo (Euphoria s.r.l.) si sta lavorando su un altro modello di borsa. Il laboratorio sta coagulando attorno a sé importanti sinergie con aziende quali Euphoria s.r.l., la cui titolare si è pienamente coinvolta nel progetto, e Soadi s.a.s. che dona i sacchi di juta, mentre volontarie di altre associazioni si stanno aggregando per dare un supporto, forti delle loro competenze in materia di cucito.

Il nostro obiettivo è quello di far diventare il laboratorio un patrimonio di tutta la comunità, una comunità che all’unisono sostiene un gruppo di donne dalle storie diverse, ma dallo spirito forte, di chi vuole provare, di chi vuole avere una rivincita… hanno gli occhi di chi vuole un’altra chance, di chi vorrebbe imparare, apprendere, di chi non vuole smettere di credere, di sognare, di chi vuole costruire.